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Questo capitolo tratta alcuni aspetti dettagliati a basso livello della gestione dei pacchetti di Debian. Se si è principalmente interessati nell'uso degli strumenti relativi, si salti ai capitoli Gli strumenti di gestione dei pacchetti Debian, Capitolo 8 e Mantenere il sistema Debian aggiornato, Capitolo 9.
I pacchetti generalmente contengono tutti quei file necessari a implementare una serie di comandi o funzionalità correlate. Ci sono due tipi di pacchetti Debian:
Pacchetti binari, che contengono eseguibili, file di configurazione,
pagine man/info, informazioni sul copyright ed altra documentazione. Questi
pacchetti sono distribuiti in un formato archivio specifico di Debian (si veda
Qual è il formato di un pacchetto binario Debian?,
Sezione 7.2); sono solitamente caratterizzati dall'estensione
".deb". I pacchetti binari possono essere spacchettati usando
l'utilità Debian dpkg (opzionalmente tramite un frontend come
aptitude
); i dettagli sono forniti nella sua pagina di manuale.
Pacchetti sorgente, che consistono in un file .dsc che
descrive il pacchetto sorgente (inclusi i nomi dei file seguenti), un file
.orig.tar.gz che contiene il sorgente originale non modificato nel
formato tar compresso con gzip e solitamente un file .diff.gz che
contiene le modifiche specifiche di Debian fatte al sorgente originale.
L'utilità dpkg-source pacchetta e spacchetta gli archivi sorgente
Debian; i dettagli sono forniti nella sua pagina di manuale. (Il programma
apt-get
può essere usato come frontend per
dpkg-source.)
L'installazione di software attraverso il sistema dei pacchetti usa
"dipendenze" che vengono progettate con cura dai manutentori dei
pacchetti. Queste dipendenze sono documentate nel file control
associato ad ogni pacchetto. Per esempio, il pacchetto contenente il
compilatore C GNU (gcc
) "dipende" dal pacchetto
binutils
che include il linker e l'assemblatore. Se un utente
tenta di installare gcc
senza avere prima installato
binutils
, il sistema di gestione dei pacchetti (dpkg) invia un
messaggio di errore avvertendo che necessita anche di binutils
, e
ferma l'installazione di gcc
. (Questa funzione può essere
tuttavia aggirata dall'utente tenace, si veda dpkg(8)
.) Per
maggiori informazioni, si veda Cosa significa dire che un
pacchetto Dipende da, Raccomanda, Suggerisce, Va
in conflitto con, Sostituisce, Rompe o Fornisce
un altro pacchetto?, Sezione 7.9 più sotto.
Gli strumenti Debian per i pacchetti possono essere usati per:
manipolare e gestire pacchetti o parti di pacchetti,
amministrare le deviazioni locali dei file in un pacchetto,
aiutare gli sviluppatori nella costruzione degli archivi dei pacchetti e
aiutare gli utenti nell'installazione di pacchetti che sono in un sito FTP remoto.
Un "pacchetto" Debian, o un file archivio Debian, contiene i file eseguibili, le librerie e la documentazione associati ad una particolare suite di programmi o ad un particolare gruppo di programmi correlati. Normalmente, un file archivio Debian ha un nome che termina in .deb.
I dettagli di questo formato per i pacchetti binari Debian sono descritti nella
pagina di manuale deb(5)
. Questo formato interno è soggetto a
modifiche (tra diversi rilasci principali di Debian GNU/Linux), quindi usare
sempre dpkg-deb(1)
se si devono effettuare manipolazioni a basso
livello di file .deb.
Il nome dei pacchetti binari Debian segue la seguente convenzione: <pippo>_<NumeroVersione>-<NumeroRevisioneDebian>_<ArchitetturaDebian>.deb
Si noti che pippo dovrebbe essere il nome del pacchetto. Come verifica, si può conoscere il nome del pacchetto associato ad un particolare file di archivio Debian (file.deb) in uno dei modi seguenti.
Esaminando il file "Packages" nella directory dove era stato archiviato su un archivio FTP Debian. Questo file contiene una sezione che descrive ogni pacchetto; il primo campo in ogni sezione è il nome formale del pacchetto.
Utilizzando il comando dpkg --info pippo_VVV-RRR_AAA.deb (dove VVV, RRR e AAA sono rispettivamente la versione, la revisione e l'architettura del pacchetto in questione). Questo mostra, tra le altre cose, il nome del pacchetto corrispondente al file archivio spacchettato.
La parte VVV è il numero di versione specificato dallo sviluppatore originale. Qui non ci sono standard, per cui il numero di versione può avere formati differenti come "19990513" e "1.3.8pre1".
La parte RRR è il numero di revisione Debian e viene specificata dallo sviluppatore Debian (o il singolo utente se sceglie di crearsi il pacchetto da sé). Questo numero corrisponde al livello di revisione del pacchetto Debian, quindi un nuovo livello di revisione significa solitamente modifiche nel Makefile Debian (debian/rules), nel file di controllo Debian (debian/control), negli script di installazione o rimozione (debian/p*) oppure nei file di configurazione utilizzati con il pacchetto.
La parte AAA identifica il processore per cui è stato compilato
il pacchetto. È solitamente i386, che si riferisce ai chip
compatibili con Intel 386 o versioni successive. Per altre possibilità si
veda la struttura delle directory dei siti FTP di Debian in Cosa sono tutte quelle directory negli
archivi FTP Debian?, Sezione 6.7. Per dettagli, si veda la descrizione
delle "architetture Debian" nella pagina di manuale
dpkg-architecture(1)
.
Le specifiche riguardanti il contenuto di un file di controllo Debian sono fornite nel manuale Debian Policy, sezione 5, si veda Quale altra documentazione esiste su e per un sistema Debian?, Sezione 12.1.
Brevemente, un esempio di file di controllo è mostrato di seguito per il pacchetto Debian hello:
Package: hello Priority: optional Section: devel Installed-Size: 45 Maintainer: Adam Heath <doogie@debian.org> Architecture: i386 Version: 1.3-16 Depends: libc6 (>= 2.1) Description: il classico saluto e un buon esempio Il programma GNU hello produce un familiare e amichevole saluto. Consente ai non programmatori di usare un classico strumento informatico che altrimenti non sarebbe disponibile per loro. . A parte gli scherzi, questo è un esempio di come creare un pacchetto Debian. È la versione Debian del programma "hello world" del progetto GNU (che è esso stesso un esempio per il progetto GNU).
Il campo Package fornisce il nome del pacchetto. Questo è il nome attraverso il quale il pacchetto può essere manipolato con gli strumenti per i pacchetti ed è solitamente simile, ma non necessariamente identico, alla prima parte della stringa del nome del file archivio Debian.
Il campo Version fornisce sia il numero della versione dello sviluppatore originale, sia (nell'ultima parte) il livello di revisione del pacchetto Debian di questo programma, come spiegato in Perché i nomi dei pacchetti Debian sono così lunghi?, Sezione 7.3.
Il campo Architecture specifica il chip per il quale questo particolare binario è stato compilato.
Il campo Depends fornisce una lista di pacchetti che devono essere installati per poter installare questo pacchetto con successo.
Installed-Size indica quanto spazio su disco occuperà il pacchetto installato. È pensato per essere usato dai frontend di installazione in modo da poter mostrare se c'è abbastanza spazio disponibile su disco per installare il programma.
La riga Section fornisce la "sezione" in cui questo pacchetto Debian è archiviato presso i siti FTP Debian.
Priority indica quanto è importante questo pacchetto per l'installazione, così che i software semi-intelligenti come dselect o aptitude possano ordinare il pacchetto dentro una categoria di, ad esempio, pacchetti installati in modo opzionale. Si veda Cosa sono i pacchetti Essential, Required, Important, Standard, Optional o Extra?, Sezione 7.7.
Il campo Maintainer fornisce l'indirizzo di posta elettronica della persona che è attualmente responsabile della manutenzione di questo pacchetto.
Il campo Description fornisce un breve riassunto delle funzionalità del pacchetto.
Per ulteriori informazioni riguardo tutti i campi possibili che può avere un pacchetto, si veda il manuale Debian Policy, sezione 5, "Control files and their fields" (vedere Quale altra documentazione esiste su e per un sistema Debian?, Sezione 12.1).
Conffiles è una lista di file di configurazione (solitamente situati in /etc) che il sistema di gestione dei pacchetti non sovrascriverà quando il pacchetto viene aggiornato. Questo assicura che i valori locali per il contenuto di questi file vengano preservati, ed è una caratteristica critica che permette l'aggiornamento in loco di pacchetti su un sistema in esecuzione.
Per determinare esattamente quali file sono preservati durante un aggiornamento, si esegua:
dpkg --status pacchetto
e si guardi alla voce "Conffiles:".
Questi file sono script eseguibili che vengono automaticamente eseguiti prima o dopo l'installazione di un pacchetto. Insieme ad un file chiamato control, tutti questi file sono parte della sezione "control" di un file archivio Debian.
I singoli file sono:
Questo script viene eseguito prima che il pacchetto venga spacchettato dall'archivio Debian (".deb"). Molti script "preinst" interrompono i servizi per i pacchetti che devono essere aggiornati fino a che la loro installazione o aggiornamento non sono completati (a seguito dell'esecuzione con successo dello script "postinst").
Questo script tipicamente completa ogni configurazione richiesta dal pacchetto pippo una volta che pippo è stato spacchettato dal suo archivio Debian (".deb"). Spesso gli script "postinst" richiedono all'utente degli input o lo avvertono che se accetta le impostazioni predefinite deve ricordarsi di tornare indietro e riconfigurare il pacchetto se la situazione lo richiede. Molti script "postinst" eseguono poi tutti i comandi necessari ad avviare o riavviare un servizio una volta che il pacchetto è stato installato o aggiornato.
Questo script tipicamente ferma tutti i demoni associati ad un pacchetto. Viene eseguito prima della rimozione di file associati al pacchetto.
Questo script tipicamente modifica i collegamenti o altri file associati a pippo, o rimuove i file creati da quel pacchetto. (Si veda anche Cos'è un pacchetto virtuale?, Sezione 7.8.)
Attualmente tutti i file di controllo si possono trovare nella directory /var/lib/dpkg/info. I file attinenti al pacchetto pippo iniziano con il nome "pippo" ed hanno le estensioni "preinst", "postinst", ecc., a seconda della funzione. Il file pippo.list nella stessa directory elenca tutti i file installati con il pacchetto pippo. (Si noti che la localizzazione di questi file è un dato tecnico interno di dpkg; non ci si dovrebbe fare affidamento.)
Ad ogni pacchetto Debian viene assegnata una priorità dai manutentori della distribuzione, come aiuto al sistema di gestione dei pacchetti. Le priorità sono:
Required (Richiesto): pacchetti necessari al corretto funzionamento del sistema.
Comprendono tutti gli strumenti che sono necessari per riparare i difetti di sistema. Questi pacchetti non devono essere rimossi o il proprio sistema potrebbe diventare completamente non funzionante e probabilmente non si riuscirebbe nemmeno ad usare dpkg per rimettere le cose a posto. I sistemi con solo i pacchetti Required sono probabilmente inutilizzabili, ma hanno abbastanza funzionalità per permettere all'amministratore di sistema di avviare ed installare altri programmi.
Important (Importante): pacchetti che si dovrebbero trovare su tutti i sistemi *nix.
Comprendono altri pacchetti senza i quali il sistema non funziona bene o non sarebbe utilizzabile. Tra questi NON sono inclusi Emacs o X o TeX o qualsiasi altra grossa applicazione. Questi pacchetti costituiscono solo l'infrastruttura di base.
Standard: pacchetti comuni su qualsiasi sistema Linux, compreso un ragionevolmente piccolo ma nemmeno troppo limitato sistema a caratteri. Sono inclusi strumenti per poter navigare nel web (usando w3m), inviare posta elettronica (con mutt) e scaricare file da server FTP.
Questo è ciò che viene installato di base se l'utente non seleziona nient'altro. Non include molte grosse applicazioni, ma include l'interprete Python e qualche software server come OpenSSH (per amministrazione da remoto), Exim (per la consegna della posta, anche se può essere configurato solo per la consegna locale), un server identd (pidentd) e lo strumento portmap RPC (portmap). Include anche della documentazione generica comune che può essere utile per la maggior parte degli utenti.
Optional (Opzionale): pacchetti che comprendono tutto quello che si può voler installare senza nemmeno sapere cos'è, o se non si hanno delle necessità particolari.
Comprendono X, una distribuzione completa di TeX e molte applicazioni.
Extra: pacchetti che o entrano in conflitto con altri di priorità più alta, probabilmente utili se già si sa a cosa servono, oppure hanno requisiti speciali che li rendono non adatti come "Optional".
Se si fa un'installazione Debian predefinita verranno installati sul sistema tutti i pacchetti di priorità Standard o maggiore. Se si selezionano attività predefinite si otterranno anche pacchetti con priorità più bassa.
In aggiunta, alcuni pacchetti sono marcati come Essential (Essenziali) dato che sono assolutamente necessari per il corretto funzionamento del sistema. Gli strumenti di gestione dei pacchetti si rifiuteranno di rimuoverli.
Un pacchetto virtuale è un nome generico che si applica ad ognuno dei componenti di un gruppo di pacchetti, che forniscono funzionalità di base simili. Per esempio, entrambi i programmi tin e trn sono newsreader e dovrebbero quindi soddisfare qualsiasi dipendenza di un programma che richiede un newsreader sul sistema, per poter funzionare o essere utile. Si dice quindi che entrambi forniscono il "pacchetto virtuale" chiamato news-reader.
Similmente, smail e sendmail forniscono entrambi la funzionalità di agente di trasporto posta. Si dice quindi che fornisco il pacchetto virtuale "mail transport agent". Se uno qualsiasi dei due è installato, allora ogni pacchetto che dipende dall'installazione di un mail-transport-agent vedrà le proprie dipendenze soddisfatte dall'esistenza di questo pacchetto virtuale.
Debian fornisce un meccanismo in modo che, se più di un pacchetto che fornisce lo stesso pacchetto virtuale è installato su di un sistema, l'amministratore di sistema può allora impostarne uno come pacchetto preferito. Il relativo comando è update-alternatives ed è descritto più in dettaglio in Ad alcuni utenti piace mawk, ad altri gawk; ad alcuni piace vim, ad altri elvis; ad alcuni piace trn, ad altri tin; come supporta Debian le diversità?, Sezione 11.10.
Il sistema dei pacchetti Debian ha una serie di "dipendenze" dei pacchetti che sono pensate per indicare (con un singolo termine) il livello a cui, su un dato sistema, un determinato Programma A può funzionare indipendentemente dall'esistenza di un Programma B.
Il pacchetto A dipende dal Pacchetto B se B deve essere assolutamente installato per eseguire A. In alcuni casi, A dipende non solo da B, ma da una versione di B. In questo caso la dipendenza dalla versione è solitamente un limite inferiore, nel senso che A dipende da qualsiasi versione di B più recente di quella specificata.
Il pacchetto A raccomanda il Pacchetto B se il manutentore del pacchetto giudica che la maggior parte degli utenti non vorrebbe A senza le funzionalità fornite da B.
Il pacchetto A suggerisce il Pacchetto B se B contiene file attinenti alle funzioni di A (e che solitamente le migliorano).
Il pacchetto A va in conflitto con il Pacchetto B quando A non è in grado di funzionare se B è installato sul sistema. Molto spesso i conflitti si hanno quando A contiene dei file che rappresentano dei miglioramenti di quelli in B. Spesso "va in conflitto" è associato a "sostituisce".
Il pacchetto A sostituisce il Pacchetto B quando i file installati da B vengono rimossi e (in alcuni casi) sovrascritti dai file di A.
Il pacchetto A rompe il pacchetto B quando non è possibile configurare simultaneamente entrambi i pacchetti su un sistema. Il sistema di gestione dei pacchetti si rifiuta di installare uno se l'altro è già installato e configurato sul sistema.
Il pacchetto A fornisce il Pacchetto B quando tutti i file e le funzionalità di B sono incorporate in A. Questo meccanismo permette agli utenti con limitato spazio su disco rigido di avere solo la parte del pacchetto A realmente necessaria per loro.
Informazioni più dettagliate sull'utilizzo di ognuno di questi termini possono essere trovate nel manuale Policy, sezione 7.2 "Binary Dependencies" (vedere Quale altra documentazione esiste su e per un sistema Debian?, Sezione 12.1).
"Pre-Depends" è una dipendenza speciale. Per la maggior parte dei pacchetti, dpkg spacchetta il loro file di archivio (ovvero il loro file .deb) indipendentemente dal fatto che i file da cui dipendono siano o meno sul sistema. Semplificando, spacchettare vuol dire che dpkg estrae i file da installare dall'archivio e li mette al loro posto nel file system. Se quei pacchetti dipendono dall'esistenza di qualche altro pacchetto sul sistema, dpkg si rifiuta di completare l'installazione (eseguendo l'azione "configura"), finché gli altri pacchetti non sono installati.
Tuttavia, per alcuni pacchetti, dpkg si rifiuta persino di spacchettarli finché certe dipendenze non vengono risolte. Tali pacchetti si dice che "Pre-dipendono" dalla presenza di altri pacchetti. Il progetto Debian aveva fornito questo meccanismo per supportare un aggiornamento sicuro di sistemi dal formato a.out al formato ELF, dove l'ordine in cui i pacchetti venivano spacchettati era critico. Esistono altre situazioni di aggiornamenti estesi in cui questo metodo è utile, per esempio pacchetti con priorità richiesta e la loro dipendenza da libC.
Come sopra, informazioni più dettagliate al riguardo possono essere reperite nel manuale Debian Policy.
Queste etichette dei "desiderata" indicano il volere dell'utente riguardo ad un pacchett (come indicato dalle azioni dell'utente nella sezione "Seleziona" di dselect o dall'invocazione diretta di dpkg).
I loro significati sono:
sconosciuto: l'utente non ha mai indicato se vuole il pacchetto;
installa: l'utente vuole che il pacchetto sia installato o aggiornato;
rimuovi: l'utente vuole che sia rimosso il pacchetto, ma non i file di configurazione esistenti;
elimina: l'utente vuole che il pacchetto sia completamente rimosso, compresi i file di configurazione;
blocca: l'utente non vuole che il pacchetto sia processato, ovvero vuole mantenere la versione attuale con lo stato attuale, qualunque essi siano.
Esistono tre modi per bloccare (hold) pacchetti, con dpkg, aptitude o dselect.
Con dpkg, si deve solo esportare la lista delle selezioni dei pacchetti con:
dpkg --get-selections \* > selezione.txt
Poi modificare il file risultante selezione.txt
, cambiando la riga
contenente il pacchetto che si desidera bloccare, per esempio
libc6
, da questo:
libc6 install
a questo:
libc6 hold
Salvare il file e ricaricarlo nel database di dpkg con:
dpkg --set-selections < selezione.txt
Con aptitude, si può bloccare un pacchetto usando
aptitude hold nome_pacchetto
e rimuovere il blocco con
aptitude unhold nome_pacchetto
Con dselect, si deve entrare nella schermata [S]eleziona, trovare il pacchetto che si desidera bloccare nel suo stato attuale e premere il tasto "=" (o "H"). Le modifiche diverranno attive immediatamente dopo che si è usciti dalla schermata [S]eleziona.
I pacchetti sorgente Debian non possono realmente venire "installati", vengono solo spacchettati in qualsiasi directory in cui si vogliano compilare i pacchetti binari che producono.
I pacchetti sorgente sono distribuiti sulla maggior parte dei mirror dove si
possono ottenere i pacchetti binari. Se si imposta il proprio
sources.list(5)
di APT per includere le righe "deb-src"
appropriate, si sarà in grado di scaricare facilmente qualsiasi pacchetto
sorgente eseguendo
apt-get source pippo
Per aiutare nella reale compilazione del pacchetto sorgente, i pacchetti sorgente Debian forniscono il cosiddetto meccanismo di dipendenze di compilazione. Significa che il manutentore del pacchetto sorgente mantiene una lista di altri pacchetti che sono richiesti per compilare il suo pacchetto. Per vedere come questo sia utile, si esegua
apt-get build-dep pippo
prima di compilare il sorgente.
Il metodo consigliato è usare vari strumenti wrapper. Verrà mostrato come farlo usando gli strumenti devscripts. Installare questo pacchetto se non è ancora stato fatto.
Ora, come prima cosa recuperare il pacchetto sorgente:
apt-get source pippo
e spostarsi nell'albero dei sorgenti:
cd pippo-*
Poi installare le dipendenze di compilazione necessarie (se ce ne sono):
sudo apt-get build-dep pippo
Creare quindi una versione dedicata della propria compilazione (in modo da non confondersi successivamente quando Debian stessa rilascerà una nuova versione)
dch -l local 'Bla bla bla'
Da ultimo compilare il proprio pacchetto
debuild -us -uc
Se tutto ha funzionato a dovere, dovrebbe essere ora possibile installare il proprio pacchetto eseguendo
sudo dpkg -i ../*.deb
Se si preferisce fare le cose a mano, e non si vuole usare devscripts, seguire la procedura seguente:
Si avrà bisogno di tutti i file pippo_*.dsc, pippo_*.tar.gz e pippo_*.diff.gz per compilare i sorgenti (nota: non c'è nessun .diff.gz per alcuni pacchetti che sono nativi di Debian).
Una volta che li si ha (Come si installa un pacchetto
sorgente?, Sezione 7.13), se si ha il pacchetto dpkg-dev
installato, il seguente comando
dpkg-source -x pippo_versione-revisione.dsc
estrarrà il pacchetto in una directory chiamata pippo-versione.
Se si vuole solo compilare il pacchetto, si può entrare nella directory pippo-versione e lanciare il comando
dpkg-buildpackage -rfakeroot -b
per compilare il pacchetto (si noti che questo richiede anche il pacchetto
fakeroot
), e poi
dpkg -i ../pippo_versione-revisione_arch.deb
per installare il pacchetto appena compilato.
Per maggiori dettagli al riguardo si legga la New Maintainers' Guide,
disponibile nel pacchetto maint-guide
o suhttp://www.debian.org/doc/devel-manuals#maint-guide
.
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The Debian GNU/Linux FAQ
versione 8.0kord1, 20 January 2016